La moda può far bene all’ambiente? Si, oggi si possono tingere vestiti e accessori utilizzando tinte 100% naturali, realizzate con gli scarti agricoli. Si possono anche creare tessuti partendo dalle foglie del carciofo, dalle bucce delle cipolle ramate, dalle scorze del melograno, dai ricci delle castagne, fino ai residui della potatura dell’ulivo e del ciliegio. Considerando che la produzione mondiale di indumenti è destinata a crescere del 63% entro il 2030, possiamo valutarne l’impatto ambientale. Sapevate che la produzione di una semplice t-shirt richiede in media 2.700 litri d’acqua, generando elevate emissioni di CO2e utilizzando soprattutto fibre e coloranti di sintesi? La difesa dell’ambiente richiede sempre più capi ecosostenibili. Al momento il costo di produzione e di vendita è maggiore del 25%, ma con grande beneficio. La priorità è quella di costruire nuovi sistemi di produzione a minore impatto ambientale. Le tinture naturali sono anche un valido aiuto ai problemi in aumento di dermatiti allergiche da contatto, dovute ai coloranti sintetici.
Nel 1988 a Umbertide, Perugia, Gianni Berna ha introdotto gli alpaca. Prima con due esemplari portati dall’Inghilterra, poi con il primo allevamento di alpaca in Italia, iniziato con trenta esemplari, fino a costruire una filiera completa dell’agro-tessile, dal gregge alla tosatura e filatura della lana, fino al confezionamento di maglioni, sciarpe e coperte, senza l’uso di acrilici e sintetici.
Un altro esempio è l’archeologa e tessitrice di Campotosto, Assunta Perilli, che da più di dieci anni si occupa di tessitura a mano e di lavorazioni tradizionali di lana, lino e canapa. Ha recuperato un’antica varietà di lino e le sue lavorazioni tradizionali, confezionando per esempio, il kilt donato a Carlo d’Inghilterra dal sindaco di Amatrice, dopo il terremoto del 2016.
Il progetto ForestsforFashion con le ecodesigner Francesca Dini e Anna Maria Russo, ha portato in passerella per la prima volta al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite di New York, una collezione di moda total green con abiti prodotti da filati di cipresso, pelle di fungo e tessuti in sughero, eucalipto e faggio.
